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In cosa differiscono tra loro il reato doloso, colposo e involontario?
Il dolo rappresenta la determinazione e l intenzione di compiere un illecito.
Il dolo è il fattore principale che permette di definire l illecito (si chiama, in dettaglio, fattore individuale, poiché è relativo allo status mentale).
L art. 42 c.p. stabilisce, appunto, che un soggetto non può essere condannato per un gesto o dimenticanza considerata illecita, nel caso in cui non l ha compiuta con consapevolezza e intenzione, ma esclude talune fattispecie esplicitamente elencate dalla normativa in cui vi è l illecito anche in assenza di dolo (ad esempio le ipotesi di illeciti involontari e di quelli di colpa).
Si può parlare di uno status individuale d involontarietà nel caso in cui si ha l intenzione di compiere un illecito, ma gli effetti del proprio gesto sono più pesanti rispetto alle proprie previsioni (per esempio, si ha l intenzione di picchiare per causare un colpo e al contrario si provoca il decesso del soggetto percosso).
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Le sole tipologie stabilite dalla normativa nazionale sono il delitto involontario (art. 584 c.p.) e l interruzione di gravidanza involontaria (art. 18, c. 2, L. 194/1978). Si può parlare al contrario di fattore individuale della colpa nel caso in cui non vi sia l intenzione di compiere un gesto considerabile come illecito, ma la circostanza ha luogo allo stesso modo per trascuratezza, incoscienza, incapacità o per violazione di norme, prescrizioni, disposizioni o regolamenti (art. 43 c.p.).
La normativa disciplina categoricamente anche i casi di illecito colposo (per esempio: delitto colposo [art. 589 c.p.] o ferite di colpa [art. 590 c.p.]). Le trasgressioni sono perseguibili in entrambi i suddetti casi, ossia dolo e colpa.
In quali casi vi è la possibilità di ricorrere alla legittima difesa o una delle varie ragioni di non perseguibilità dell illecito?
L art. 52 c.p. (legittima difesa) stabilisce la non perseguibilità dell azione se il soggetto che l ha compiuto sia stato spinto dall urgenza di proteggere un diritto suo o di terzi rispetto al rischio concreto di un affronto illegittimo.
Comunque, la medesima disposizione evidenzia il criterio della proporzionalità tra la protezione e l affronto.
La risposta è dunque legittimata soltanto nel caso in cui vi siano i due elementi dell urgenza e della proporzionalità tra violazione e protezione.
La dottrina giurisprudenziale ha precisato che, riguardo alla legittima tutela, il carattere proporzionale deve sussistere tra gli averi in opposizione.
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Per esempio, nell ipotesi di una rapina, che presume l oltraggio alla completezza dei beni patrimoniali di un individuo, non sarà ritenuta valida la difesa di chi, per evitare questo illecito, provoca il decesso del rapinatore, ammettendo che in tale ipotesi si causa un danno dal punto di vista esistenziale che è sicuramente più importante del patrimonio.
Altri motivi di legittimazione sono costituiti da:
il beneplacito di chi ha diritto (art. 50 c.p.)
l attuazione di un diritto o l osservanza di un obbligo (art. 51 c.p.)
l utilizzo giustificato degli armamenti (art. 53 c.p.)
lo stato di esigenza (art. 54 c.p.).
Qual è la durata temporale del processo di prescrizione di un illecito?
La prescrizione dell illecito comporta l annullamento del medesimo in base al criterio temporale, ossia quando si supera un dato periodo.
Agli illeciti condannabili con il carcere a vita (e prima anche con la pena di morte) non è mai applicabile la prescrizione.
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L art. 157 c.p. definisce i tempi di prescrizione di un illecito tenendo conto della punizione inflitta. La prescrizione elimina l illecito trascorso il periodo equivalente al limite massimo della punizione edittale decisa dalla norma e in ogni caso un periodo non più breve di sei anni in casi di omicidio e quattro anni in casi di trasgressione, sebbene sanzionati soltanto con multa pecuniaria.
Per definire il periodo che occorre per far valere la prescrizione si fa riferimento alla punizione fissata dalla normativa per l illecito compiuto o azzardato, senza considerare la riduzione per gli elementi di attenuazione e dell allungamento per gli elementi di inasprimento, eccetto che per gli inasprimenti per cui la normativa fissa una punizione di tipologia differente da quella regolare e per quelle di tipo specifico, per cui si prende in considerazione il massimo allungamento sanzionatorio stabilito per l elemento di inasprimento.
La Corte Cost. con sent. 31.5.1990, n. 275 ha decretato la non conformità alla costituzione dell art. 157 c.p., nel passaggio in cui non presume che l indagato possa rifiutare la prescrizione dell illecito. La prescrizione può essere sospesa (in tale ipotesi il limite temporale inizia quando comincia la fase sospensiva) o arresto (in tale ipotesi il limite temporale inizia ex novo dalla fase dell arresto).
Anche nelle ipotesi di sospensione o arresto, sono ad ogni modo presunti limiti temporali al di la dei quali la prescrizione entra in vigore. (art. 161 c.p.).