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La legittima difesa è estromessa nell ipotesi di colluttazione, ammesso che i concorrenti sono mossi da una vicendevole intenzione di aggredire. Non occorre la non volontarietà del rischio, anche se è premessa implicita, tra le premesse della discriminante.
E illecita la lesione causata contra jus, ossia cagionata in infrazione delle leggi che proteggono l interesse attaccato. Il nesso con l iniquità della lesione significa che l assalto, oltre a intimorire un diritto altrui, non deve essere esplicitamente regolata dalla legge.
Se ne desume che non può richiamare la legittima difesa chi vuole rispondere a un soggetto che opera nell attuazione di un potere lecito indicato manifestamente dalla legge o nell osservanza di un obbligo.
La risposta è legittimata se la difesa sia obbligatoria per proteggere il bene messo a rischio e la persona non deve avere, nella fattispecie, alcuna alternativa.
Si dibatte se la legittima difesa si allontani, ove l assalito possa salvarsi fuggendo.
La questione é risolta considerando il criterio basilare dell equilibrio degli interessi: la persona non è obbligata a scappare in tutte quelle ipotesi in cui il ripiegamento esibirebbe beni suoi soggettivi o di altri a pericoli maggiori di quelli imminenti sui beni specifici della persona a cui si risponde.
Il secondo criterio obbligatorio affinché questa risposta possa essere legittimata è quello della corrispondenza tra difesa e lesione: è necessario prima stabilire un equilibrio tra il bene messo a rischio e quello danneggiato, con l effetto che all assalito che si tutela non è permesso di danneggiare un bene dell assalitore marcatamente maggiore a quello messo a rischio dal primo assalto illegale.
DELITTI CONTRO LA FAMIGLIA: Mia moglie, con cui avevo una convivenza tranquilla, un giorno, all improvviso e senza nessun avviso, ha lasciato l abitazione per andare da un socio di lavoro, con cui ha iniziato un rapporto amoroso extraconiugale.
Ho iniziato le pratiche per la separazione in via giudiziaria, con addebitamento a mia moglie; mi domandavo: nella sua condotta, è possibile rinvenire una qualche fattispecie criminosa? Per replicare a tale quesito, si considera necessario far riferimento all indirizzo giurisprudenziale manifestato, in un caso simile, dalla Corte di Cassazione Penale, con verdetto n. 9440/2000, che ha sostenuto la colpa dell accusata che aveva illegalmente lasciato la casa familiare dopo aver iniziato un rapporto amoroso con un socio di lavoro.
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E infatti, mentre il mero evento di adulterio non implicante l intervento di un consorte nella vita dell altro (dal punto di vista etico, razionale e sentimentale, oltre che fisico) non basta a configurare l azione del delitto di cui all art. 570, primo comma C.P., il distacco dalla casa coniugale è per sua parte delitto soltanto se sia immotivato.
Va, inoltre, detto che deve ritenersi motivato il distacco se si sia dinanzi non a una qualsiasi opposizione, ma a una condotta del consorte tanto offensiva o ingiusta da rendere all altro inattuabile o fortemente angosciosa la convivenza o quando vi siano motivazioni di ordine relazionale che non permettono la conservazione della relazione su un piano normale dal punto di vista umano.
Nel caso esaminato, inoltre, il confutato distacco dalla residenza coniugale non é in nessun modo legittimato nei sensi appena citati. E appena da dire ancora che in una tale condizione l infrazione dei doveri di supporto è in re innp, non potendosi presumere che nel breve periodo la consorte possa cambiare comportamento e ritornare a convivere con il proprio marito.