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Quali sono gli illeciti a livello informatico?

Grazie ad un ordinamento a livello comunitario (R[9]89), la legge 547/93 ha inserito nella nostra legislazione diversi illeciti (denominati informatici) contraddistinti dall intuizione che l azione illegale abbia come effetto o strumento dell illecito un apparato informatico o a livello telematico.

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Si può essere soggetto ad una calunnia via Internet?

La legge 547/93, che ha inserito nella nostra legislazione diverse attuali circostanze di illecito definite a livello generico come reati informatici , non ha tuttavia inserito nulla rispetto alla eventualità di aggiungere pure l illecito di calunnia generato a livello informatico o telematico.

Non è complicato affermare, però, che le tipologie di illecito in base agli artt. 594 (oltraggio) e 595 (calunnia) del codice penalista, sono abbastanza generali da riguardare anche tutti quelle condotte ingiuriose che avvengono mediante i sistemi informatici e le attuali tecnologie comunicative generiche (SMS, Chat, Newsletter e così via).

La stessa Cassazione, in una nuova disposizione, conferma siffatta decisione, annunciando che è perfino evidente che gli illeciti stabiliti dagli articoli 594 e 595 codice penale si possano compiere pure attraverso i mezzi telematici o informatici; basti fare riferimento alle e-mail, per capire che è sicuramente probabile che un soggetto, mandando a più soggetti messaggi tesi ad insultare una persona, attui il tradizionale comportamento del reato di oltraggio (se il ricevente è la medesima persona offesa) o di calunnia (se i riceventi sono soggetti diversi) (cass. sez. V penale, 27.12.2000, n. 4741).

La Cassazione asserisce, principalmente, che l illecito di calunnia si realizza quando il messaggio viene colto da persone che siano terzi rispetto al soggetto che lo invia ed alla persona oltraggiata. Non è difatti utile il nesso tra l ingiuria e la sua ricezione ben potendo i riceventi essere anche molto lontani tra loro, ossia dall agente .

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Da quanto detto, si può affermare che la calunnia e l oltraggio, non solo attraverso l e-mail, ma possono verificarsi anche gli svariati apparati informatici: le mailing list, i periodici informatici, le newsgroup, il Web e le chat.

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Che diritti sono previsti per chi compera beni o prestazioni su Internet?

Il D. legislativo 22.5.1999, n. 185, inerente la tutela degli utenti in ambito di stipule contrattuali a distanza, prevede che l utente, in tempo adeguato, prima che si concluda qualsiasi stipula contrattuale a distanza, ha bisogno di ottenere i seguenti dati (art. 3):

nominativo del fornitore e, quando sono previsti contratti che presumono la paga anticipata, bisogna saperne anche il domicilio;

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particolarità del bene o della prestazione;

costo del bene o della prestazione, incluse le tasse;

costo di recapito;

regolamento per effettuare il pagamento, la consegna e qualsiasi altra modalità di attuazione del contratto;

sussistenza del diritto di recessione o di rifiuto del medesimo ai sensi dell articolo 5, co. 3;

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modi e tempi relativi alla riconsegna o al prelievo del bene in presenza del diritto di recessione;

prezzo dell utilizzazione delle regole comunicative a distanza, quando è quantificato su una base differente dalla prezzo base;

tempo di durata dell offerta e del costo;

tempo minimo del contratto in ambito di contratti per la fornitura di beni o servizi in maniera costante o regolare.

Le disposizioni di cui al comma 1, il cui fine a livello commerciale deve essere indubbio, devono essere enunciate in maniera esatta e chiara, con qualsiasi strumento conforme alla tecnologia comunicativa attuata a distanza, tenendo conto soprattutto delle regole di fiducia e di onestà in ambito di negoziazioni a livello commerciale, determinate in relazione al bisogno di difesa delle classi di consumatori principalmente indifesi.

In situazioni di avvisi telefonici, il nominativo del fornitore e il fine commerciale della comunicazione telefonica devono essere espressi in maniera esplicita all inizio della dialogo con il consumatore, altrimenti pena la nullità contrattuale.

Nella situazione di utilizzo di regole che permettono un dialogo a livello individuale, i dati di cui al comma 1 vengono esplicati, laddove il consumatore ne faccia espressa richiesta, in italiano. In siffatta circostanza, vengono esplicate nella medesima lingua anche la garanzia e le successive comunicazioni in base all art. 4.

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Altresì il consumatore ha diritto ad ottenere (art. 4) garanzia per iscritto o, per sua volontà, su diverso supporto di cui dispone ed a lui raggiungibile, di tutte le comunicazioni stabilite in base all articolo 3, co. 1, preventivamente o quando avviene la stipula contrattuale. Nello stesso periodo e nelle medesime modalità devono tuttavia essere esplicate al consumatore pure le seguenti comunicazioni:

un avviso sui vincoli e sui modi di attuazione del diritto di recessione in base all art. 5, incluse le circostanze di cui all art. 5, co. 2;

la residenza del fornitore al quale il consumatore può inoltrare lamentele; le comunicazioni sulle prestazioni di consulenza e sulle garanzie a livello commerciale; i vincoli di recessione contrattuale in caso di periodo indefinito o maggiore ad un anno.

Il consumatore può richiedere la recessione (art. 5) da qualsiasi contratto a distanza, senza nessuna sanzione e senza indicarne la ragione, nell arco di dieci giorni di lavoro decorrente: per quanto riguarda i beni, dal momento in cui vengono ricevuti dal consumatore laddove siano stati adempiuti gli impegni in base all art. 4 o dal momento in cui i medesimi siano stati appagati, sebbene questo accada dopo il termine contrattuale purché non oltre il limite di tre mesi dalla fine stessa; per le prestazioni, dal momento del termine contrattuale o dal momento in cui siano stati adempiuti gli impegni in base all art. 4, sebbene questo accada dopo il termine contrattuale purché non oltre il limite di tre mesi dalla fine stessa.

Nella situazione in cui il fornitore non abbia adempiuti agli impegni in base all art. 4, il limite di tempo per esercitare il diritto di recessione è di tre mesi e inizia:

per i beni, dal momento in cui il consumatore li riceve;

per le prestazioni, dal giorno del termine contrattuale.

Il diritto di recessione si applica con l inoltro, nel tempo previsto, di una lettera scritta presso il domicilio del fornitore tramite raccomandata con ricevuta di ritorno. La lettera può essere inoltrata, entro il medesimo termine, pure attraverso telegramma, telex e fac-simile, a patto che sia spedita tramite raccomandata con ricevuta di ritorno nell arco di 2 giorni successivi.

Nel momento in cui il consumatore ha ricevuto il bene è obbligato a riconsegnarlo o a farlo recapitare al fornitore o al soggetto da questi indicato, secondo le regole ed i termini contrattuali. Il termine per la riconsegna del bene non deve tuttavia essere meno di 10 giornate di lavoro che decorrono dal giorno in cui è stato ricevuto il bene.

Gli unici costi obbligatori per il consumatore per esercitare il proprio diritto di recessione a norma di legge sono i costi diretti di riconsegna del bene al fornitore, laddove chiaramente espresso dalla stipula contrattuale a distanza.

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Se il diritto di recessione è applicato dal consumatore in conformità alle normative vigenti, il mittente è obbligato al risarcimento dei costi anticipati dal consumatore. Il risarcimento deve essere gratuito, ed avvenire in poco tempo e in qualsiasi circostanza nell arco trenta giorni dal giorno in cui il fornitore è stato informato del diritto di recessione previsto per il consumatore.

Il fornitore che non rispetta le normative previste dagli articoli 3, 4, 6, 9 e 10 del D. legislativo 185/99, ossia che intralcia il diritto di recessione previsto per il consumatore o non risarcisce al medesimo i costi sostenuti, è condannato con una multa amministrativa che va da un milione di lire fino a dieci milioni. Nelle situazioni particolarmente gravi o di recidività, la multa applicata sarà addirittura raddoppiata.

Come è salvaguardato il nome a dominio (domain name)?

Nell ambito di condotte illecite che riguardano i nomi a dominio si evidenziano, tra i più comuni, il cybersquatting dal domain grabbing.

Il cybersquatting riguarda l assunzione di domini relativi a nomi di soggetti fisici o generici per la rivendita o tuttavia ricavarne guadagno.

Il domain grabbing ha mentre come fine la registrazione illegale di un dominio allo scopo di attuare una competizione disonesta.

Attraverso un verdetto di recente applicato dal Tribunale di Napoli (26.2.2002), il nome a dominio è stato identificato come tratto caratteristico anomalo, rispetto ai criteri degli ordinari diritti di proprietà intellettuale, con questo accogliendo le disposizioni della materia giurisprudenziale e della giustizia a livello internazionale.

Nella pressi, in questa maniera, il nome a dominio può godere della difesa assicurata in base all art. 2958 codice civile rispetto alla competitività disonesta, al medesimo livello di un marchio del settore industriale. Però svariate sono le diversità tra un marchio inteso genericamente e un dominio.

Infatti si possono avere numerosi marchi identici applicati nei diversi paesi, come succede per domini come ccTLD (Country Code Top Level Domain, tipo .it, .fr, .de, e così via, la cui attribuzione è disciplinata dalle svariate Registration Authoritiy a livello locale), invece la medesima eventualità è preclusa per i gTLD (Generic Top Level Domain, tipo .com, org, .net), in cui prevale la norma del first come, first served, ovvero: consegue il dominio chi ne fa per primo richiesta.

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Per chiarire le contese connesse alla applicazione dei nomi a dominio sotto il ccTDL .it, la Naming Authority Italiana ha programmato un determinato provvedimento di aggiudicazione, di carattere eterogeneo arbitrale-amministrativo e in alternanza all impugnazione giudiziaria, che assicura massima rapidità ed economia.

La normativa è confacente a quella applicata da ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers), in ambito internazionale, per i nomi a dominio identificati sotto i gTLD .com, .net e .org.

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In base a siffatto procedimento, colui che vi ricorre deve accertare:

che il nome a dominio contestato è uguale al suo e ad un suo marchio

che l odierno titolare non nessun diritto ad utilizzare siffatto nome a dominio e

che l odierno titolare ha applicato e sta usando il nome a dominio in cattiva fede.

Nel momento in cui siano accertate le tre situazioni, colui che fa ricorso può conseguire, in modo alternato, il depennamento del nome a dominio, oppure il passaggio a suo vantaggio della titolarità del medesimo dominio.