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Le circostanze di sottrazione internazionale di minori da parte di uno dei genitori sono sempre più in crescita, principalmente quando i genitori sono di diversa nazionalità e divorziano.

Come sostiene la convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del minore, tutti i bambini hanno il diritto di intrattenere relazioni personali con entrambi i genitori e la sottrazione da parte di uno di essi determina una trasgressione di siffatto diritto.

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La sottrazione internazionale priva il minorenne non soltanto di un genitore ma di tutto il nucleo familiare, della sua lingua e della sua cultura.

Il genitore affidatario si trova solitamente a far fronte senza alcun sostegno alla complicate modalità e ai procedimenti per conseguire il rimpatrio del figlio a casa e pure quando i minori riescano a tornare, resteranno colpiti da tale vissuto per tutta la loro vita.

Per siffatte ragioni, si richiama la ratifica da parte degli stati membri dei necessari mezzi internazionali come, principalmente la convenzione de l AJA del 1980 sulle questioni civili della sottrazione internazionale dei minorenni.

Gli Stati Membri sono altresì chiamati a: rendere perseguibile in quanto reato la sottrazione da parte di un genitore di un minorenne sotto i gli anni 16; a garantire un sostegno legale gratuito alle famiglie e ad offrire la mediazione all interno della famiglia al fine di prevenire la sottrazione; alla formazione dei soggetti che operano in questo ambito (giudici, polizia etc.); ad informare le coppie di differenti nazionalità sui diritti e obblighi nei riguardi dei figli; a sostenere l importanza delle Organizzazioni Non Governative che espletano queste azioni di sostegno e informazione, dando loro sostegni economici; gestire in ambito nazionale ed europeo strutture di raccolta informazioni sui minorenni scomparsi collaborando con polizia e uffici giudiziari.

Ormai ci troviamo in un mondo cosmopolita e globalizzato, con aperture a melting pot culturali e contraddistinto da strumenti di comunicazione sempre più efficaci e rapidi.

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Gli ostacoli tra i popoli sono sempre più complessi e i confini delle Nazioni sono stati soggetti ad alterazioni e stemperamenti, indirizzati alla formazione di ambienti internazionali organizzati. In quest ottica, pure le famiglie (sia come coppie sposate che come conviventi more uxorio) sono sempre più contraddistinte da differenze nazionali.

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Questo aspetto di imminente diversità, tende necessariamente ad accrescere nello stadio patologico della crisi relazionale: in tale fragile circostanza, alla ricerca di una libertà riottenuta, solitamente uno dei membri della coppia sceglie di andare a vivere altrove, o di tornare nella propria Nazione di provenienza, magari dai suoi familiari (cui spera di riunificarsi), o per la semplice intenzione di cambiare pagina e cambiare aria , visitando nuovi luoghi, persone e relazioni.

Succede spesso, in presenza di minori, che uno dei genitori scelga di implicare pure i propri figli nel suo nuovo ideale di vita indipendente da single:

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purtroppo, spesso, per paura o leggerezza (ma soprattutto dolo), il genitore commette il grave sbaglio di condurre con sé i bambini, senza previa autorizzazione dell altro genitore (o spesso contro il suo volere) o il consenso del giudice competente (quella del posto in cui abitualmente risiede il minorenne).

In tal senso, trattando il proprio convivente come sprovvisto di diritti, ma principalmente non ritenendo i medesimi figli come centri di diritti e interessi primari, il genitore sottrattore mette in atto un gravissimo comportamento, una condotta gravissima, di rilievo penale e che configura un vero e proprio rapimento (child abduction), di rilievo penale e perseguibile.

Principalmente, è l art. 574-bis c.p. (inserito dalla Legge 15 luglio 2009, n. 94), a stabilire che:

«Salvo che l evento rappresenti più grave reato, qualsiasi soggetto che sottrae un minorenne al genitore che ne esercita la potestà dei genitori o al responsabile, portandolo o trattenendolo all estero contro le intenzioni dello stesso genitore o responsabile, ostacolando totalmente o parzialmente al medesimo l esercizio della potestà genitoriale, è condannato con l arresto da uno a quattro anni.

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Se l evento di cui al primo comma è compiuto nei riguardi di un minorenne che abbia raggiunto i 14 anni e con la sua autorizzazione, viene prescritta la pena dell arresto da sei mesi a tre anni.

Se gli eventi di cui al primo e secondo comma sono compiuti da un genitore contro il figlio minorenne, la pena determina l interruzione dall esercizio della potestà dei genitori.»

Più in dettaglio «con la nozione sottrazione internazionale di minorenni si evidenzia la circostanza in cui un minorenne:

viene illegalmente portato all estero da uno dei genitori che non esercita la completa potestà, senza alcun consenso; non viene riportato nel Paese in cui risiede abitualmente dopo una permanenza all estero.» (Cit. dall opuscolo Bambini contesi guida per i genitori ad opera del MAE - Ministero degli Affari Esteri). A sottrazione compiuta, il genitore che l ha patita, può usare vari mezzi necessari per risolvere il caso.

Principalmente, come chiarisce lo stesso MAE , il genitore può: di intesa comune con l altro genitore, fare riferimento al Mediatore del Parlamento Europeo per le circostanze di sottrazione internazionale di minorenni per poter mettere in atto il procedimento di mediazione familiare; informare la Direzione Generale per gli Italiani all Estero e le Politiche Migratorie (DGIT - Ufficio IV presso il Ministero degli Affari Esteri) per attivare le pertinenti Rappresentanze diplomatico-consolari; riferirsi all Autorità Centrale presso il Ministero della Giustizia :

– se il Paese di presumibile permanenza del minorenne rientra nella Convenzione dell Aja del 25 ottobre 1980 sulle questioni civili della sottrazione internazionale di minorenni – se il Paese di presumibile permanenza del minorenne aderisce al Regolamento (CE) n. 2201 del 27 novembre del 2003 connesso alla competenza, al riconoscimento e all attuazione delle disposizioni in tema matrimoniale e in ambito di responsabilità genitoriale; trasmettere subito una denuncia ai funzionari di Polizia, Carabinieri o Procura della Repubblica, pertinenti per il territorio dove abitualmente risiedeva il minorenne; convocare il Tribunale, pertinente per il posto in cui abitualmente risiede il minorenne, allo scopo di intraprendere un procedimento d urgenza circa l affido speciale; richiedere al Tribunale pertinente l interruzione della potestà genitoriale per il genitore che ha compiuto il reato di sottrazione; esercitare il diritto di visita nel caso in cui non si abbia un procedimento che assegni l affido del minorenne.

Per ostacolare l eccessiva questione della sottrazione internazionale di minorenni, altresì, lo Stato italiano ha concordato diverse convenzioni internazionali attuabili in merito a ciò, ovvero: Convenzione sulle questioni civili della sottrazione internazionale di minorenni (L Aja 25 ottobre 1980).

Convenzione sul riconoscimento delle disposizioni in ambito di affido dei minorenni e di ristabilimento dell affido (Lussemburgo 20 maggio 1980). (PDF - 41 KB) . Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del bambino adottata a New York il 20 novembre del 1989. Convenzione Europea di Strasburgo del 25 gennaio del 1996 sull esercizio dei diritti del bambino.

Regolamento CE n. 2201/2003 del 27 novembre 2003 connesso alla competenza, al riconoscimento e all attuazione delle disposizioni in ambito matrimoniale e in ambito di responsabilità genitoriale. Tra queste disposizioni, quella più rilevante è costituita dalla Convenzione dell Aja del 1980, che consente di proporre richiesta di rimpatrio del minorenne o di ristabilimento dell esercizio del diritto di visita.

La grande importanza di siffatta convenzione, altresì, riguarda la sua estesa crescita mondiale (ad essa hanno aderito circa 84 Paesi): la Convenzione, tuttavia, non ha valore ovunque e non è ratificata e ha esecuzione in tutti le Nazioni.

Quindi, è sempre utile provare e accertare l esecutività della Convenzione rispetto alla Nazione nella quale si pensa che il minorenne sia stato sottratto, visitando il sito tematico e le specifiche tabelle (1); (2) e (3) .

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Comunque, siffatta convenzione è attuabile solo di fronte ad alcuni rigidi presupposti: che riguardi trasferimento o trattenimento illegali, in opposizione ai diritti di custodia attribuiti secondo la legge dello Stato in cui il minorenne risiedeva abitualmente subito prima del suo trasferimento o del suo mancato ritorno; che il diritto di custodia sia stato concretamente esercitato dal genitore che ha patito la sottrazione all atto del trasferimento del minorenne o del suo mancato ritorno, o avrebbero potuto esserlo se non si fossero accertate siffatte situazioni; che non sia stata data autorizzazione all espatrio del minorenne da parte dell altro genitore; che il minorenne non abbia ancora conseguito il 16° anno di età; che non sia passato più di un anno dalla data della sottrazione; che dalla riconsegna non provenga al minorenne alcun danneggiamento morale e materiale; che il minorenne non si rifiuti il rientro.

In ambito Europeo, è fondamentale il suddetto Regolamento CE 2201/2003 (denominato come Bruxelles II-bis), che prevede, in ambito di sottrazione dei minorenni, l applicazione nei paesi europei delle disposizioni emanate dal giudice del Paese (sempre Europeo) in cui abitualmente risiede il minorenne.

Altresì, non prescrive alcuna dichiarazione di applicazione per le disposizioni delle Autorità di uno Paese membro in base al diritto di visita al minorenne. Tutti le disposizioni giuridiche presentate sono tese all ottenimento tempestivo (o quanto più veloce possibile) del rimpatrio del minorenne, con i relativi effetti per un piccolo cittadino italiano, che ha il diritto di ritornare nel proprio paese di origine e di essere sostenuto dal proprio Stato in questa delicata fase della sua vita (principalmente essendo troppo piccolo per tutelarsi da solo e veder difesi i suoi diritti).

Purtroppo, a livello reale, i tempi per far ritornare un minore nella Nazione in cui abitualmente risiede e riconsegnarlo al genitore affidatario può essere molto lunga e complessa, dando vita ad un vero e proprio calvario, che - tuttavia – appena concluso, si auspica, consentirà al genitore di riavere di nuovo il proprio figlio.